Sostenere il progetto di vita promuovendo la realizzazione dello sviluppo individuale e la partecipazione all’esperienza sociale delle persone con disabilità. È questo l’obiettivo di una comunità inclusiva. Ma quali sono le caratteristiche che rivelano le capacità di un territorio di garantire alle persone con disabilità la prospettiva di una vita adulta, all’insegna del benessere e della propria realizzazione sia privata sia sociale?
È questa la domanda che ha generato la nascita del marchio CAD – Comunità Amiche della Disabilità, con il quale Fondazione ASM con Fondazione Villa Paradiso e Congrega della Carità Apostolica hanno avviato, insieme a S.I.Di.N – Società Italiana per i Disturbi del Neurosviluppo, un percorso di ricerca e di riflessione volto ad individuare i requisiti che consentano a un territorio di valutare meglio la propria capacità di supportare in modo efficace e generalizzato le persone con disabilità.
Il marchio Comunità Amiche della Disabilità, in analogia con l’esperienza della Federazione Alzheimer Italia e del Dementia Friendly Community messo a punto in Gran Bretagna, ha identificato alcuni standard e relativi indicatori a cui fare riferimento per incentivare la crescita di comunità inclusive, attraverso la promozione di ambienti urbani nei quali le persone con disabilità siano comprese, rispettate, sostenute e fiduciose di poter contribuire alla vita della loro collettività.
A porsi davanti all’obiettivo e sperimentare per primo questo progetto sono stati i 20 Comuni riuniti nell’Ambito 9: al termine della fase preliminare, dopo l’analisi dei dati e degli indicatori curata dalla società scientifica, la presidente Maria Carlotta Bragadina ha ricevuto il marchio di “Comunità Amica dalla Disabilità”.
in fase di analisi oggi i Comuni del Distretto della Valsabbia, Ambito 12. Per saperne di più è possibile consultare il sito dedicato.