Programmare il futuro ancora immersi nella stagione della pandemia, che ha costretto l’umanità tutta a confrontarsi con situazioni e orizzonti inediti e imprevedibili, non è semplice.
Tuttavia è un esercizio al quale la nostra Fondazione non può sottrarsi per almeno tre buoni motivi.
Il primo è che sente la responsabilità di allocare le risorse ricevute in modo attento e consapevole, sapendo che per il fatto di essere incommensurabilmente esigue rispetto ai bisogni, esse debbono essere destinate con grande cura e attenzione, approfondendo attraverso un adeguato confronto interno ed esterno la ricerca del migliore e più efficace modus operandi.
In secondo luogo rendere ex ante trasparenti i propri orientamenti nello svolgimento dell’azione filantropica permette alla Fondazione di costruire un confronto, un dialogo più maturo e costruttivo coi propri diversi stakeholders, permettendo a tutti di valutare i contenuti, la coerenza e l’efficacia della nostra azione, proponendo critiche e suggerimenti.
Ai due precedenti motivi, che già ci avevano indotto a stilare nel 2018 il primo Documento programmatico, si è aggiunta l’esigenza di rispondere al nostro referente istituzionale A2A S.p.A. che ha accompagnato la decisione di garantirci risorse per un orizzonte triennale con la richiesta di una adeguata programmazione. Un adempimento al quale rispondiamo con piacere.
Peraltro, in coerenza col nostro sentirci al servizio di una comunità ampia e complessa e col desiderio di incorporare nel nostro lavoro i contributi e gli stimoli che da essa provengono, la costruzione del nuovo Documento programmatico ci ha visti impegnati anche in un percorso di confronto con il vario mondo dei nostri interlocutori.
Con essi ci siamo incontrati in fase di elaborazione, raccogliendo stimoli e proposte che il Consiglio della Fondazione ha portato a sintesi. La presentazione dei bilanci sociali rappresenterà poi l’occasione per realizzare periodiche verifiche e innescare eventuali aggiustamenti.